Laxolo

Laxolo è la frazione più grande di Brembilla, è posta su un esteso pianoro ad un'altitudine media di oltre 500 mt. s.l.m. Oggi è per buona parte sede di piccole industrie, ma conserva ancora alcuni segni caratteristici del borgo contadino del passato, soprattutto in alcune contrade come Torre, Camuzzocco, Cabonadino, Caremondi, Carbolom e Fornace.

Secondo il Prof. Angelo Leidi - medico e filosofo, ex direttore della Biblioteca Civica di Bergamo, il toponimo Laxolo deriverebbe dal tedesco lasch (pascolo magro ed ripido) oppure da un altro termine antico tedesco lachesuhle che significherebbe pozzanghera, pantano. Così doveva essere molto probabilmente Laxolo qualche secolo fa, quando il suo fondo concavo e quasi pianeggiante raccoglieva le acque discendenti dall’alto. Non è possibile però confermare l'esistenza di un vero e proprio lago, da cui sarebbe derivato il termine lacus solus - lago solo, cioè solitario, da cui Laxolo. Da notare, tra l'altro, che lacus in latino è femminile.

Secondo l'ex parroco don Ugo Dal Buono, il nome deriverebbe invece dai termini latini laxus (largo, ampio, spazioso), e solum (fondo, suolo, terra, luogo, campagna), che si sono contratti col passare del tempo in Laxolum. A suo parere questa ipotesi meglio descriverebbe Laxolo, un luogo largo, aperto, spazioso se paragonato al resto della Val Brembilla, stretta, scoscesa e piena di dirupi.

La sua idea sembrerebbe essere confermata da un'antichissima moneta in bronzo del peso di 22 grammi, che riporta sul retro l'effigie dell'imperatore romano Domiziano, ritrovata tempo fa da Gianpietro Moretti, mentre frugava tra i detriti sulla sponda destra del torrente Brembilla. Si potrebbe pertanto arrivare a supporre che un soldato romano arrivato in Val Brembilla per un’ispezione, abbia perduto questa moneta e che i suoi colleghi soldati, spontaneamente gli abbiano dato questo nome in latino, così come è stato anche per una piccola frazione di Sorisole che porta lo stesso nome.

Nei secoli passati il territorio di Laxolo era in gran parte coltivato a granoturco, frumento, segale e a tutte le altre più comuni coltivazioni necessarie alla sopravvivenza. Annoverava tra i suoi abitanti potenti famiglie possidenti, che derivavano la loro ricchezza dall'intenso sfruttamento del territorio. A detta dei nostri nonni e padri, il foraggio non era reperibile in loco, essendo tutto il terreno coltivato, ma veniva procurato nelle ampie chiazze a pascolo nel sottobosco della Corna Marcia. Su quella montagna, le strade, i ruscelli, i sentieri, i boschi ed i pascoli erano talmente puliti che era impossibile perdersi.

Laxolo
Laxolo

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